Campi di ricerca

Contesti di apprendimento

Quando l’insegnante orienta l’esperienza del bambino sui centri spontanei di interesse in un ambiente aperto

Apprendimento

/ap·pren·di·mén·to/
sostantivo maschile

Acquisizione di una o più cognizioni; part., in psicopedagogia, processo di acquisizione delle nozioni necessarie ad un individuo per conseguire o migliorare l’adattamento all’ambiente.

“L’ambiente scolastico per una scuola che vuol mettere gli scolari in contatto col mondo è il mondo”.

Giuseppina Pizzigoni

G. Pizzigoni, La Scuola Elementare Rinnovata secondo il Metodo Sperimentale, 1913, 38.

CAMPI DI RICERCA

Contesti di apprendimento

Nel processo di educazione personale e sociale la natura rappresenta l’ambiente da privilegiare perché maggiormente sentito dai bambini come vicino alla loro esperienza sensibile. Giuseppina Pizzigoni scrive che la scuola dello sviluppo naturale è a misura di bambino, che non costringe a stare lunghe ore in ambienti chiusi per nulla adatti all’età. L’ambiente senza aria, sole, luce sacrifica fisicamente ed è causa di stress e nervosismo.

L’ambiente di apprendimento per eccellenza è l’ambiente naturale nel quale il bambino sperimenta la terra, l’acqua, il vento, il sole, la pioggia, il calore, il freddo, ed anche la gioia e la meraviglia.

L’ambiente che permette di apprendere è vario, ricco e bene organizzato. È quello nel quale il gioco è considerato il mezzo principale attraverso il quale il bambino apprende in modo creativo dando forma a quella che Sara Bertuzzi definisce una imitazione liberatoria.

L’apprendimento si sprigiona dovunque si danno le condizioni dell’interesse immediato, spontaneo e si segue la via dell’osservazione e dell’esperienza. Si arriva così alle proprietà delle cose e delle relazioni che esistono tra loro. Da qui si stimola l’attivazione dei processi intellettuali di generalizzazione attivati dal Metodo Sperimentale nei bambini.

ARCHITETTURA E MONDO

Ambiente speciale e contatto con il mondo

L’ambiente per Giuseppina Pizzigoni è sia la struttura scolastica che l’insieme degli elementi sociali, culturali, antropologici con i quali potersi rapportare.

Ambiente speciale” per la Pizzigoni vuol dire ambiente ricchissimo di soggetti educativi. Comprende sia la progettazione architettonica, l’edificio, i locali che l’ambiente scolastico per una scuola aperta al mondo. L’ambiente scolastico per una scuola che vuol mettere gli alunni in contatto col mondo è… il mondo.

L’ambiente è considerato dalla Pizzigoni come sollecitatore di problemi e quesiti che, proprio perché scaturiti da una situazione reale, esigeranno risposta immediata, che verrà poi facilmente memorizzata; è perciò necessario che il desiderio di conoscere emerga come esigenza personale dello scolaro, che vi concentrerà il suo interesse giungendo infine ad un apprendimento consolidato.

Cfr. La Scuola Rinnovata Pizzigoni, La “Rinnovata”. La Storia di una scuola…una scuola nella storia, Opera Pizzigoni, Milano, 1996.

EDUCAZIONE LOGICO-MATEMATICA

Vita scolastica e formazione al ragionamento scientifico nei bambini aperti al mondo

Nell’idea di scuola di Giuseppina Pizzigoni la teoria è fusa con l’esperienza e per comprendere l’insegnamento nella scuola dell’infanzia secondo il Metodo Sperimentale attuato da Sara Bertuzzi è necessario ripercorrere le fasi attraverso le quali il pensiero originario si trova rispettato nella via scolastica. È allora importante esaminare che cosa va fatto per educare il bambino a seguire progressivamente quanto proposto dalla maestra fino al momento in cui ci si troverà di fronte alla maturazione di un primo ragionamento scientifico.

Fare esperienza, ordinare, classificare, sistematizzare, discriminare, scomporre e ricomporre le forme, apprendere la nomenclatura per inserirla in un ambiente logico dal punto di vista cognitivo e sequenziale, è il risultato di esercizi attivi e partecipati escogitati dalle situazioni di vita quotidiana. Proprio come Galileo osservava fuori di sé e traeva le sue conclusioni sulle sensate esperienze e sulle certe dimostrazioni mettendo insieme esperienza e ragione, anche Sara Bertuzzi avvia i bambini a seguire lo stesso procedimento.

Osservare e scoprire sono le azioni necessarie per allontanarsi da quello che potrebbe trarre in inganno. L’ambiente va guardato con attenzione per far emergere il vero in esso contenuto, per saperlo descrivere, misurare, comparare, apprezzare. Senza fermare l’attenzione sugli oggetti che ci sono vicino, si rischia di perdere la bellezza del creato e non si educa il bambino all’esplorazione dell’ambiente.

Il bambino scopre da sé la sua verità. Il ruolo dell’educatrice è di intervenire contemporaneamente rispetto alla ricerca autonoma del piccolo, completa il percorso offrendo le parole corrette e incoraggiando a guardare sempre più in profondità. Il principio posto a guida dell’insegnamento risiede nella certezza dello spirito presente nella materia, quindi il fatto concreto ed osservabile non è inteso solo come fenomeno. Nel fatto ci sono le radici della scienza e c’è la condizione esistenziale di chi conduce la ricerca.

Lo spirito e la materia nella ricerca del vero

Dalla materia scaturiscono tante verità che il bambino impara a conoscere per esperienza diretta, e sa poi esprimere in modo creativo a parole, nel disegno, nella rappresentazione teatrale e nella costruzione delle storie vere.

L’asilo infantile di Giuseppina Pizzigoni ben si innesta nel piano pedagogico della fondatrice che vede nel bambino colui il quale apprende abitudini d’igiene, di bontà, di socievolezza, di attività, ma anche colui il quale fa esperienza diretta dell’acqua, del sole, degli animali.

Il bambino impara a considerare gli altri nei limiti della propria libertà e a comprendere quanto coloro che sono vicini e i lontani siano necessari nella vita comune, afferrando il concetto secondo il quale tutto esiste come parte integrante del creato e acquista la doppia consapevolezza così della molteplicità degli esseri viventi dai quali scaturiscono i dettagli della propria conoscenza personale, come dell’esperienza individuale veicolo di generalizzazioni progressive.

Misurare fenomeni naturali e costruire spiegazioni

Il bambino apprende la lingua in modo sperimentale, attraverso il contatto con le cose, ne intuisce il valore intrinseco e relativo, esercita i sensi con l’uso degli oggetti di interesse e ne trae giovamento perché avverte come dall’energia interiore nasca la sua esperienza personale.

L’osservazione sulle condizioni stagionali procede insieme alle esperienze dei fenomeni naturali. I bambini studiano l’adattamento delle piante e degli animali al freddo, ammirano le piante sempreverdi e s’interrogano sul significato del letargo.

La natura offre un materiale infinito per descrivere e riprodurre. Lo spettacolo delle stagioni è sempre un inno di gioia alle meraviglie che sorprendono e fanno felici i piccoli. Osservando si scoprono i fatti reali, e le spiegazioni seguono senza difficoltà.

I passaggi di stato di solidi e liquidi, la neve che si trasforma sciolta dal calore, la misurazione della temperatura, la descrizione del paesaggio montano, aprono conversazioni nelle quali l’esplorazione di quanto è prossimo o remoto attrae prodigiosamente l’attenzione dei bambini.

Materiali pedagogici Metodo Pizzigoni | Fondo Pizzigoni Scuola dell'Infanzia

EDUCAZIONE SPAZIO-TEMPORALE

Orientare l’infanzia nella scuola senza confini

Le sollecitazioni che l’insegnante offre al bambino seguono la logica del Metodo Sperimentale snodabile lungo tre dimensioni principali: realistica, pedagogica, comunitaria.

La dimensione realistica concerne l’attesa che orienta la maestra a fare scelte che rispondano sempre al bisogno del bambino di partire da cose concrete e reali; vale a dire, tali da muovere ogni scoperta di luoghi e situazioni che sono alla portata dei piccoli. I sensi possono afferrare senza sforzo quanto si propone alla loro attenzione. Nell’asilo infantile di Giuseppina Pizzigoni non si fanno lezioni accademiche, si apprende invece dalle educatrici muovendosi liberamente senza la costrizione del banco e delle sedie in fila o in riga.

La dimensione pedagogica riguarda le occasioni cosiddette “liberatorie” intese a far superare lo stato di conflitto e le frustrazioni che il bambino può vivere in famiglia o a scuola. L’ambiente sereno, di gioia e confidenza, rassicura e favorisce la libera espressione personale che emerge solo in condizioni nelle quali lo stare bene a scuola, nel giardino, nell’azienda agricola, all’ippodromo attivano nuove opportunità educative.

La dimensione comunitaria emerge nella sensibilizzazione delle famiglie alla comprensione del programma educativo e alla condivisione dello spazio nel quale i figli sono sempre i veri protagonisti dei processi di sviluppo in atto. È fondamentale far avvicinare i genitori e renderli responsabili dell’importanza del loro ruolo di sostegno delle attività proposte.

Impostazione realistica, attenzione pedagogica, e spirito comunitario rappresentavano i mezzi con cui la scuola materna a Metodo Sperimentale di Sara Bertuzzi conduceva alla formalizzazione del primo gemellaggio tra scuola comunale e scuola speciale per bambini in difficoltà di apprendimento psico-fisico.

Lo spazio per guardare vicino e lontano

Il bambino sceglie il suo materiale tra quanto preparato dall’educatrice e intuisce le attività proposte. Nel carrello della sabbia arriva ad immaginare il mare o la montagna, e a raccontare della vacanza appena trascorsa, riproducendo fatti di vita quotidiana.

Nel collocare pezzi e figure del villaggio ricostruisce la vita sociale del suo quartiere. Nella visita all’azienda agricola tocca con mano fiori, frutti, alberi, animali che poi condivide e documenta a scuola nel calendario murale nel quale i singoli pensieri si uniscono fino a formare una struttura logica unica.

Sin dal primo asilo infantile del 1929, ogni sezione ha il proprio spogliatoio per consentire di lasciare il tempo necessario a ogni singolo bambino per apprendere l’autonomia nello svestirsi e rivestirsi, sbottonare e riabbottonare, slacciar e riallacciare esercitando anche l’aiuto scambievole in quelle attività, dette allora di vita pratica, tanto raccomandato da Giuseppina Pizzigoni.

Sale e angoli per giocare e inventare

La sala dei giochi è sempre stata fondamentale. Essa rappresenta un’oasi tranquilla e consolatoria prima per i bambini in difficoltà d’inserimento e, poi, per tutti, a turno, uno spazio privilegiato dove dedicarsi a giochi soprattutto proiettivi che offrono, all’educatrice che osserva, molti elementi di studio e di conoscenza del bambino.

Giuseppina Pizzigoni parla di aule organizzate a gruppi di tavoli adibiti alle diverse attività come disegno, pittura con cavalletti, ritaglio, modellaggio. Materiali vari come le perle, i mosaici, le costruzioni, i villaggi sono a disposizione dei bambini. Attrezzature e materiali sono sistemati su scaffali aperti e sui ripiani degli armadietti alla portata dei piccoli. Il corridoio antistante all’aula è utilizzato per le grandi costruzioni sui tappeti. Ritagli, scatolette con figure ed oggetti per costruire le scenette che il bambino racconta sono perfezionati dalle continuatrici del Metodo.

La relazione tra il tempo cronologico e quello meteorologico in Sara Bertuzzi si contestualizza con l’esperienza quotidiana di esplorazione dell’ambiente e di verbalizzazione. Ripensare a fine giornata ai fatti accaduti richiede una memoria fedele e sequenziale e uno sforzo di sintesi.

CONTESTI DI APPRENDIMENTO

Educazione artistica, estetica ed etica

L’esigenza estetica è nell’essere umano, e il bambino la libera nella contemplazione dell’armonia molteplice della vita rinvenibile in natura. L’educazione alimenta le disposizioni dell’animo infantile in modo da liberare le attitudini umane che conducono all’esigenza estetica, la sola in grado di dare significato d’armonia a tutti gli aspetti della vita di cui la natura è ricolma. L’esercizio di stimolo dell’estetica comincia dall’attenzione all’ambiente, perché sia sempre ordinato e armonico così da indurre contemplazione e ammirazione del bello naturale e artistico.

Queste tematiche sono sviluppate alla pagina del sito dedicata all’educazione artistica, estetica ed etica nei contesti di apprendimento del Metodo Sperimentale Pizzigoni.

Materiali pedagogici Metodo Pizzigoni | Fondo Pizzigoni Scuola dell'Infanzia

CAMPI DI RICERCA

Le cinque macro aree di ricerca del Metodo Pizzigoni

I campi di ricerca del Metodo Pizzigoni possono essere raggruppati, per finalità didattiche oltre che di ricerca, in cinque macro aree di approfondimento.

Metodo Sperimentale

Il metodo sviluppato dalla Pizzigoni per il rinnovamento profondo della scuola e della pedagogia.

Contesti di apprendimento

Scoprire, osservare, sperimentare, pensare, lavorare, creare. La scuola è il mondo, e il mondo è la scuola.

Scuola all’aperto

L’apprendimento intuitivo e scientifico inizia dall’esperienza a contatto e alla scoperta di spazi aperti naturali.

EdUCAZIONE artistica, estetica, etica

La pedagogia è arte dell’educazione, e allo stesso tempo è anche il seme dell’idea estetica che forma il senso etico.

Formazione degli educatori

Pensiero pedagogico ed esperienza alle basi del rinnovamento della scuola avviato dalla Pizzigoni.